Omaggio alla memoria di Arturo De Andrea

In ricordo di Arturo De Andrea, nel secondo anniversario della sua scomparsa, il C.D.S. ha deliberato di onorarne la memoria dedicando il locale della Segreteria, tra le cui mura per tanti anni Arturo prestò la sua opera a favore della sezione, come – SALA ARTURO DE ANDREA –

La figura di questo “ALPINO” deve essere d’esempio a tutti noi per la sua dedizione, disponibilità, forza di volontà e vera alpinità.

Pubblichiamo, per quanti non l’avessero conosciuto, gli articoli in sua memoria apparsi nel numero 1-2002 di Veci e Bocia…

Con Arturo De Andrea si è chiusa un’era


Quella che con Monteggia e Pontil ha fatto la balia a tanti soci come il Lucianone.

Sabato 23 febbraio 2002, Arturo De Andrea è “andato avanti” alla vigilia del più importante momento sezionale qual è l’Assemblea annuale e questa mattina, domenica 24, tutti noi ci siamo sentiti partecipi al dolore della Sua famiglia, tutt’una con l’associazione.

Caro Arturo, non hai superato, come tutti nei giorni precedenti speravamo, quest’ultima prova alla quale sei stato chiamato e all’Assemblea oggi mancavano le tue solite attenzioni e preoccupazioni affinché tutto funzionasse al meglio:
qualche cenno di cronaca è doveroso anche se inutile poiché tu con altri amici recentemente “andati avanti”, da lassù avrai seguito e commentato i nostri lavori.
Non ti sarà quindi giunto il martellante rumore del numeratore, tua croce e delizia ad ogni Assemblea, ormai obsoleto, ed è mancato a noi il tuo sguardo attento su tutto e su tutti, pronto ad intervenire per evitare o correggere eventuali nostri errori.
Da ultimo, c’è mancata anche la tua collaborazione del dopo Assemblea che da tanti anni seguivi instancabile.
Ed è proprio stata una tua ultima preoccupazione da altruista come non mai a provocare l’inevitabile resa fisica che
da Alpino in armi la guerra ti aveva risparmiato, per riservarti una maligna sorte in quella civile.
La Sezione perde con Te un altro pezzo della sua storia: la sede era la tua seconda casa, sempre presente e pronto a soddisfare ogni desiderio dei soci, paziente, meticoloso, premuroso con tutti, bonario e sempre pronto ad elargire insegnamenti ai giovani, nei quali vedevi la continuità della nostra vita associativa.
La sezione ricorderà a lungo il Tuo contributo in tanti incarichi che ti hanno visto promotore d’iniziative e, da ultimo, fidato tesoriere.
Ripetevi sovente in questi ultimi tempi d’essere stanco, di volerti ritirare dall’attività ma il giorno dopo eri ancora al tuo posto di lavoro, tenace ed irriducibile.
Consentimi in queste poche righe di rivolgerti un personale ricordo perché perdo con Te un fraterno amico con il quale, per lunghi anni, quotidianamente ho condiviso la vita di segreteria della quale Tu n’eri il Maestro e, in tante occasioni mi ha confortato, nel disagio, con la tua esperienza.
Oggi tutti ti ringraziano per quanto hai dato ad ognuno di noi in cordialità, affetto e simpatia.
Ciao Arturo, da lassù guidaci sempre come Tu ben hai saputo fare sinora.

Antonio Fenini

Un semplice pensiero

A volte, ci sono delle persone che entrano nella tua vita, senza apparentemente un valido motivo e pur essendo molto più anziane di te, si mettono a tua completa disposizione, senza minimamente assumere atteggiamenti di superiorità, che sarebbero più che giustificati dalla loro lunga esperienza di vita.
Le lunghe passeggiate, le sedute sulle panchine della tua Clusone, dove villeggiavi quando in città si moriva dal caldo; la tua brama di ritornare in Sezione non appena la stagione consentiva il tuo rientro.
Caro vecio Arturo, di vecchio avevi solo l’età, non di certo lo spirito, senza parlare di quello alpino che mettevi sempre alla prova, anche quando ti procurai, con qualche difficoltà, un qualsiasi cappello alpino dagli amici di Clusone, perché il tuo lo dimenticasti a Milano.
Con molta umiltà, come lo era il tuo carattere, accettasti di presenziare alla manifestazione portando la bandiera dei combattenti, indossando quel cappello da alpino semplice, senza i gradi da maresciallo, ma con nel cuore tanta volontà di portare a termine il mandato, quel mandato da vecio alpino che ha scelto di vivere la vita nel solo modo possibile.
Ed ora che ci guardi da Lassù, cerca di metterti a rapporto con gli alti comandi e chiedi di costituire un grande gruppo alpino, così potremo vedere anche gli angeli, portare, fra i ricci capelli dorati, una lunga penna nera.

Roberto Luciani

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