IL VESSILLO

MEDAGLIE D’ORO AL VALOR MILITARE
CHE DECORANO IL VESSILLO SEZIONALE

LUIGI ALBERA
Capitano Artiglieria Alpina 2° Rgt. Art. Alpina Div. Tridentina

Ufficiale di alte qualità già duramente provato in precedenti campagne, durate un lungo, rischioso e logorante ripiegamento si prodigava in ogni guisa per il reparto, noncurante la fatica, le privazioni, il pericolo ovunque insidiante.
Durante la marcia in giornata decisiva per la sorte della colonna, vista la minaccia portata sui fianchi da forze nemiche munite di numerose armi automatiche, intuendo che una sezione di fucilieri spiegata per netraulizzarle, inferiore per numero e armamento, stava per essere sopraffatta, si slanciava spontaneamente nel combattimento con un pugno di volontari da lui raccolti; rianimava i combattenti già esausti e, primo tra i primi, trascinava tutti a disperato contrattacco.
Noncurante della violenta reazione avversaria che assottigliava ancora il suo sparuto drappello, costringeva il nemico a desistere dall’intento, gli cagionava gravi perdite, lo inseguiva arditamente allo scoperto, non gli dava tregua finchè non lo sloggiava dall’ultima postazione e, nell’attimo in cui coglieva già la vittoria e liberava la via all’avanzata della colonna, una ultima raffica di moschetto mitragliatore lo fulminava.
Degno esempio delle più luminose ed eroiche tradizioni del soldato italiano.
Nikitowka (Russia) 26 gennaio 1943


FRANCESCO BARBIERI
Tenente di complemento Alpini 7° Rgt. Alpini

“Ogni suo atto di fronte al nemico fu di ardimento e di valore. Tenente aiutante maggiore in 2^ si offriva spontaneamente a condurre un nucleo ardito alla conquista di posizioni nemiche per rocce impervie e dirupe, sulle quali aveva già rischiato la vita. Primo sempre in tutto lo svolgersi dell’operazione, conquistò la difficile postazione.
Ferito, non volle recarsi al posto di medicazione, ma volle farsi medicare sul posto per non distrarsi dall’azione. Propostogli di farsi precedere nel labirinto dei camminamenti nemici, si rifiutò sdegnosamente e primo sempre, con soli 17 Alpini, si lanciò sui baraccamenti avversari, costringendo alla resa l’intero presidio di oltre 100 uomini.
Ferito nuovamente e a morte, quasi a bruciapelo, mentre dava ordini per organizzare i prigionieri, spirava sul campo stesso, lanciando l’ultimo grido del suo brillante ardimento “Avanti sempre! Evviva gli Alpini”
Creste della Costabella 5 Ottobre 1916
con d.l. del 13 maggio 1917


GIUSEPPE CAIMI
Tenente degli Alpini 7° Rgt. Alpini

“Ufficiale di leggendario valore, dopo tre giorni di violentissimo bombardamento e di disperati attacchi nemici, teneva con pochi superstiti, affascinati dal suo mirabile ardimento, una posizione montana di capitale importanza, riuscendo a scompigliare con accanita lotta corpo a corpo le sovverchianti forze che l’accerchiavano.
Nell’aspra lotta, colpito a morte, cadeva fra i suoi soldati col grido di “Savoia” sulle labbra, segnando ed affermando, anche nella morte, il limite oltre il quale il nemico non doveva avanzare.
Cima Valderoa 14 Dicembre 1917
con r.d. 23 ottobre 1921


FRANCESCO CONFALONIERI
Maggiore s.p.e. degli Alpini 9° Rgt Alpini

“Superba figura di comandante, magnifica tempra di soldato, in un lungo periodo di combattimenti condotti attraverso le più ardue prove, contro un nemico insidioso e preponderante, in un terreno ed in un clima asperrimi, tra privazioni di ogni genere, dimostrava di possedere eccezionali doti di organizzatore, trascinatore e valoroso combattente.
Sempre primo ove più grave era il pericolo e più necessaria l’opera sua di comandante, in un combattimento di eccezionale importanza, con l’ascendente personale, con l’eroico suo comportamento riusciva con pochi superstiti del battaglione a mantenere una importante posizione attaccata da soverchianti forze nemiche.
Gravemente ferito, rifiutava ripetutamente di abbandonare i suoi alpini, continuando ad incitarli alla resistenza.
Esausto per l’abbondante sangue perduto decedeva poco dopo.
Epiro-Pindo_Monte Chiarista (fronte Greco) 28 Ottobre-30 Dicembre 1940


ERNESTO CONTRO
Capitano cpl. degli Alpini Btg. Val Natisone 1° Gruppo Alpini ‘Valle”

“Comandante di Compagnia isolata ed attaccata da forze preponderanti, difendeva fino all’estremo la posizione affidatagli. Sopraffatto il presidio dalla stragrande superiorità numerica dell’avversario, respingeva eroicamente ogni tentativo nemico d’indurlo a venir meno al proprio onore di soldato e fascista immolandosi generosamente nel supremo rifiuto.
Mirabile esempio ai dipendenti di ardente amor di Patria, elette virtù militari, assoluto sprezzo della vita.
Rudo (Balcania) 23 Dicembre 1941


ARTICO DI PRAMPERO
Tenente cpl degli Alpini 8° rgt. Btg. Tagliamento

“Comandante di una compagnia Alpina, in numerose difficili azioni, con sereno ardimento e fede incrollabile sapeva trasfondere nei suoi alpini il più ardito spirito aggressivo.
Durante un violento attacco nemico, benchè ferito al viso, rifiutava ogni cura per rimanere alla testa del reparto dove più ferveva la lotta.
Solo quando l’attacco era respinto si faceva medicare, ma non lasciava il comando della compagnia, malgrado l’ordine del medico di entrare in ospedale.
Avendo il nemico ripreso l’attacco, ritornava in linea, ed ancora una volta, con indomito coraggio e spirito di sacrificio, reso più evidente dal sangue che gli arrossava le recenti bende, incitava i suoi alpini, riuscendo con nobile esempio a galvanizzare la resistenza ed a respingere l’avversario finchè una granata ne stroncava la fulgida esistenza.
Valoroso combattente di due guerre, magnifica figura di eroico soldato.
Monte Beshishrit (Fronte Greco) 8-10 marzo 1941


ENRICO GUERRIERA
Tenente cpl artiglieria Batteria Alpini “Piemonte”

“In un momento in cui i pezzi della propria sezione non avevano immediato impiego nell’ azione in corso, visto che un reparto di arditi bersaglieri si trovava duramente impegnato in un difficile settore, accorreva sul luogo, offrendosi quale semplice gregario.
Dopo aver concorso efficacemente con un moschetto automatico alla neutralizzazione di ripetuti assalti tedeschi, usciva da un camminamento, nell’ intento di portarsi sotto una postazione di arma automatica avversaria, allo scopo di distruggerla con lancio di bombe a mano.
In questa temeraria impresa rimaneva ferito. Ciò nonostante persisteva nella sua azione e, ferito altre due volte, si trascinava ancora verso il nemico, finchè veniva colpito a morte.
Superbo esempio di fraternità e di altissimo sprezzo del pericolo.
Monte Mare 11 maggio 1944


FERRUCCIO PIZZIGONI
Sottotenente cpl 4° Rgt Artiglieria Alpina

“Ufficiale in sottordine di batteria antinave in base insulare d’oltremare stretta d’assedio da preponderanti forze germaniche, piazzata una mitragliera sui resti di un cannone distrutto della batteria, effettuava personalmente efficacissimo fuoco contro aerei attaccanti in picchiata.
Avvenuto lo sbarco nemico, incurante del fuoco dei mortai e dei persistenti attacchi aerei a volo radente ed in picchiata, iniziava e continuava il fuoco dei cannoni, riuscendo per due volte a colpire e costringere a riprendere il largo navi e mezzi nemici da sbarco.
Rimasto ferito, con un solo marinaio superstite fra gli armamenti decimati, proseguiva il fuoco con 2 pezzi, caricando e puntando lui stesso un cannone fino al giungere dei rinforzi e prodigandosi oltre il limite della sua energia per soccorrere i feriti.
Caduto esausto e rianimatosi dopo breve pausa, riprendeva con indomito ardore l’aspra lotta, finchè, sopraffatto in lunghe ore di combattimento l’eroico presidio, faceva saltare i cannoni rimasti efficienti.
Catturato dal nemico, ben consapevole delle feroci rappresaglie e pure avendo la possibilità di sfuggirle rimanendo nei ranghi dei semplici soldati, denunciava il suo stato di ufficiale, non esteriormente visibile, per seguire la sorte dei colleghi.
Trucidato, cadeva confermando nell’estremo sacrificio mirabili virtù militari e sublime dedizione al dovere.
Lero (Egeo) 12 novembre 1943


ROBERTO SARFATTI
Caporale degli Alpini 6° reggimento Alpini

“Volontario di guerra, appena diciassettenne, rientrato dalla licenza ed avendo saputo che il suo battaglione si trovava impegnato in una importante azione contro formidabili posizioni nemiche, si affrettava a raggiungere la linea. Lanciandosi all’attacco di un camminamento nemico, vi catturava da solo 30 prigionieri ed una mitragliatrice.
Ritornato nuovamente all’ attacco di una galleria fortemente munita, cadeva mortalmente colpito.
Case Ruggi (Val Sasso) 28 gennaio 1918
con r.d. del 9 aprile 1925


MEDAGLIE D’ORO E BRONZO AL MERITO
CHE DECORANO IL VESSILLO SEZIONALE

MEDAGLIA DI BRONZO AL MERITO CIVILE

All’Associazione Nazionale degli Alpini

In occasione di gravi calamità abbattutesi in Valtellina ed in Armenia, interveniva con uomini e mezzi nelle zone del disastro, offrendo il proprio contributo generoso ed instancabile in favore delle popolazioni colpite.
Valtellina e Valbrembana, estate 1987
Armenia, dicembre 1989

Il Ministro dell’ Interno
Roma 14-01-1992


MEDAGLIA D’ORO AL MERITO CIVILE

All’Associazione Nazionale degli Alpini

Associazione di soldati della montagna in congedo, in cinquantasette anni di feconda attività ha posto in luce le nobili tradizioni delle truppe alpine, indirizzando la propria azione verso obiettivi di fraterna concordia, di rispetto delle Istituzioni e di amor di Patria.
Sempre presente là dove le necessità delle genti montanare o le improvvise sciagure ne richiedevano l’aiuto, ha impegnato numerosissimi suoi Soci nelle operazioni di soccorso alle popolazioni colpite dal rovinoso terremoto del Friuli, mobilitandoli successivamente, tra enormi difficoltà e perigli, nell’umanissima e meritoria opera di assistenza e di ricostruzione.
Gli Alpini in congedo, che nella circostanza hanno dato un contributo di sangue per alleviare le sofferenze delle comunità terremotate, si sono ancora una volta rivelati in possesso delle più elette doti di solidarietà e di generosa abnegazione, riscuotendo l’ammirazione e la gratitudine più ampie della Nazione.
(maggio-settembre 1976)

Il Ministro Segretario di Stato per gli Affari dell’ Interno Roma 10-05-1977


MEDAGLIA D’ORO AL VALOR CIVILE

All’Associazione Nazionale degli Alpini

In occasione della violenta alluvione abbattutasi su Piemonte ed Emilia Romagna, che causava vittime ed ingentissimi danni, l’Associazione Nazionale Alpini, dando prova ancora una volta di elevatissima professionalità, di encomiabile spirito di sacrificio e di incondizionato impegno, interveniva con uomini e mezzi in soccorso delle popolazioni colpite e, prodigandosi con immediatezza, efficacia e sensibilità in una generosa ed instancabile opera di solidarietà, contribuiva a garantire il graduale ritorno alla normalità.

Ministero dell’Interno
Roma 02-01-1996


MEDAGLIA D’ORO AL MERITO

All’Associazione Nazionale degli Alpini

Per la encomiabile opera svolta nelle attività di assistenza in occasione di pubbliche calamità in Italia ed all’estero interpretando lodevolmente gli alti ideali umanitari, di solidarietà e di volontarietà , che ispirano anche il Movimento Internazionale di Croce Rossa, con la personale abnegazione e lo spirito di sacrificio dei singoli appartenenti.

CROCE ROSSA ITALIANA
Roma 13-04-2002


ONORIFICENZE AL MERITO
ALLA SEZIONE DI MILANO

MEDAGLIA D’ORO DI BENEMERENZA CIVICA

All’Associazione Nazionale degli Alpini – Sezione di MILANO

Che in settant’anni di storia e di impegno civile e sociale, ha saputo interpretare i più alti valori della solidarietà e della fratellanza umana.
Più volte distintasi nelle calamità naturali, con la presenza attiva presso le popolazioni colpite dalla tragedia, con questa giornata dedicata a Don Carlo Gnocchi, cappellano alpino e benefattore, ha voluto porgere un tributo di stima e di riconoscenza, oltre che al grande lodigiano, anche al territorio che ne vide i natali.
Per queste motivazioni, all’Associazione Nazionale Alpini, sezione di Milano, va il più vivo riconoscimento dell’Amministrazione Provinciale di Lodi.

PROVINCIA di LODI
Lodi 25-10-1998


MEDAGLIA D’ORO DI BENEMERENZA CIVICA

All’Associazione Nazionale degli Alpini – Sezione di MILANO

Costituta a Milano il 1 dicembre 1928, tramanda da settant’anni alle giovani generazioni milanesi i vincoli di fraternità che si stabiliscono nell’adempimento del dovere.
Nelle operazioni di soccorso alle popolazioni colpite da gravi calamità naturali – oggi in Toscana e Marche, ieri in Piemonte, Valtellina, Friuli ed Irpinia – l’Associazione ha costantemente partecipato ai soccorsi con una propria unità di volontari, assolvendo con dedizione i compiti affidatigli: prendendo così posto tra le principali e più meritevoli strutture di solidarietà e di aiuto umanitario cittadine.

COMUNE DI MILANO
Milano 07-12-1998